domenica 27 settembre 2009

Facciamo la nanna


Parliamo di sonno.
Una delle possibili difficoltà che si trovano ad affrontare i genitori è, senza dubbio, la mancanza di sonno.
Notti infinite riempite da pianti oppure notti a singhiozzo con sveglie ripetute e "micro sonni" che la mattina ci fanno desiderare di buttare via la sveglia!
Allora come risolvere il problema??
Circa sei anni fa ero alle prese con le difficoltà di addormentamento del mio secondogenito: tempi biblici prima che si addormentasse e risvegli notturni frequenti.
Così tra una chiacchera e l'altra tra neo mamme, spunta fuori il titolo di un libro che sembra essere la soluzione a tutti i problemi di sonno per tutti i bambini del mondo!
"Fate la nanna di Eduard Estivill".
Lo compro e lo leggo con avidità...ma a circa metà del libro mi accorgo di non essere d'accordo con alcune procedure, a mio modesto parere, un pò hitleriane.
Nella parte introduttiva fornisce utili informazioni sul sonno dei bambini; sono d'accordo sul fatto che il bambino debba abituarsi ad addormentarsi da solo e non ad essere addormentato, perchè fa parte del processo di sviluppo dell'autonomia e della fiducia in sè. Molto dipende dal processo di attaccamento e dal suo esito: un bambino che avrà sviluppato un attaccamento sicuro sarà facilitato in questa fase. Infatti il momento dell'addormentamento, lo sappiamo, è un distacco che il bambino può vivere come un abbandono.
Io sono dell'opinione che un genitore debba leggere il più possibile, vagliando tutte le informazioni e le teorie, ma ricordando sempre che nessun libro e nessun esperto al mondo, possono fornire la "ricetta" per risolvere tutte le problematiche.
Ogni genitore deve trovare la soluzione facendo una mediazione tra quello che legge, il temperamento del proprio bambino e la prorpia realtà che è diversa da quella di tutti gli altri.
Leggetelo e poi trovate la "vostra" ricetta per un sonno lungo e ristoratore.

giovedì 24 settembre 2009

Le attività al nido: la musica in culla!

A settembre di ogni anno, le educatrici del nido devono preoccuparsi di due cose: gli inserimenti dei nuovi arrivati e il piano educativo annuale.
Il primo fattore và un pò da sè... i tempi e i metodi sono ormai consolidati e con variazioni minime.
Il secondo fattore è sempre più impegnativo.
Ogni anno ci si sforza di arricchire il proprio "repertorio" e di mettere a frutto l'esperienza dell'anno precedente, facendo una sorta di bilancio delle attività: si scelgono con cura le canzoni che accompagneranno i bambini durante tutto l'anno, si programmano le attività laboratoriali e si cerca di inserire una novità!
I genitori chiedono le attività più strane, molto spesso senza tenere conto della tenera età dei loro figli (vedi i laboratori di INGLESE!!!!), ma le educatrici devono sforzarsi di scegliere ciò che si adatta maggiormente ai piccoli cuccioli d'uomo che hanno tra le mani.
Dopo lunga ricerca ecco che la nostra scelta si ferma alla musica in culla!
Ma di cosa si tratta?
"E' una metodologia che permette di arricchire le potenzialità espressive del bambino, immergendolo in uno spazio sonoro, ludico, affettivo-relazionale, aperto alla creatività e al gioco... si propone al bambino un ambiente sonoro ricco di stimoli musicali a cui lui risponde, in base ai suoi bisogni e ai suoi tempi, con modalità prevalentemente sonore e motorie".
Credo molto in queste attività, perchè è tramite queste che l'espressione del sè avviene in modo più completo e libero, grazie all'uso della musica.

sabato 19 settembre 2009

Essere educatrici al nido

Leggendo una rivista rivolta ad educatrici/ori di nido, ho trovato un articolo molto interessante che metteva in evidenza quanto il nostro ruolo all'interno del nido vada ben oltre l'accudimento e la cura dei bambini che ci vengono affidati dai genitori.

Infatti bisogna fermarsi a riflettere sul nostro rapporto con i genitori per i quali, spesso, siamo un punto di riferimento per esternare, più o meno apertamente, i loro disagi o le loro preoccupazioni.
Prevalentemente ci chiedono consiglio su come farli addormentare o mangiare, su come abituarli all'autonomia, ecc.
Il nido diventa sempre più simile ad un "centro per la famiglia" e dovrebbe esserlo di più. Secondo me, infatti, le competenze dell'educatore al nido non dovrebbero fermarsi alla vita al nido, ma estendersi a tutte le problematiche della genitorialità.
Sempre più spesso noto che i genitori, e non solo quelli che sono al primo figlio, ma anche chi ne ha più di uno, tendono ad avere un comportamento ambivalente.
Da un lato spingono, a volte eccessivamente, il loro bambino all'autonomia (tolgono il pannolino troppo presto, vorrebbero sentirli parlare subito e bene...) e dall'altro agiscono esattamente al contrario cercando di proteggerli dall'esterno (i bambini al primo cambio di temperatura sono vestivi eccessivamente, li tengono a lungo dentro il box per evitare che sbattano quà e là mentre esplorano l'ambiente in cui vivono...). A poco servono gli incontri periodici con la psicologa dell'età evolutiva che informa i genitori sulle tappe dello sviluppo del bambino.
In effetti 3 o 4 incontri all'anno probabilmente sono pochi per far "interiorizzare" (usando un termine tecnico) ai genitori tutte le tappe dello sviluppo del bambino in modo da razionalizzare i loro comportamenti istintivi in base alle necessità del bambino.
Ecco che, il ruolo dell'educatrice, è fondamentale!
Nello scambio di informazioni quotidiano con i genitori si possono dare utilissime informazioni "ad hoc" e soprattutto dargli i "tasselli" mancanti di questo complicatissimo puzzle che è il loro figlio.
Ma non dimentichiamoci dei genitori... l'educatrice deve essere in grado, inoltre, di cogliere i messaggi subliminari che arrivano da genitori messi a dura prova dalla quotidianità (soprattutto le mamme) che tra lavoro, casa, figlio (o figli) non hanno più il tempo di fermarsi per ascoltarsi e capire cosa gli sta succedendo.

mercoledì 9 settembre 2009

Mamma che risate!!!

Ridere è contagioso un pò per tutti.
Ma quando a ridere è un bambino piccolo lo è ancora di più.
La risata di un bambino è libera, è espressione di gioia di vivere ed esce da tutti i pori. Ti fa pensare a quanto siamo condizionati e "costruiti" noi adulti, che spesso anche nella risata ci controlliamo o esageriamo alcuni aspetti.
Allora ecco a voi un video che non potrete smettere di guardare perchè vi contagerà e da conservare per i momenti in cui pensate "avrei voglia di farmi quattro risate..."
Buona visione!

domenica 6 settembre 2009

Letture d'autunno...

L'estate è quasi alla fine. Ma non perdiamo la bella abitudine di leggere un buon libro. Sotto l'ombrellone va bene un bel romanzo o, comunque, un lettura "leggera" per sgombrare la mente dai tutti i pensieri. Adesso che sta per arrivare l'autunno possiamo dedicarci a qualche lettura più utile al nostro "duro mestiere di genitori"!
Ogni settimana cercherò di presentarvi un libro che, a mio modesto parere, può dare spunti utili di riflessione.
Si, di riflessione perchè ricordatevi che nessun libro e nessuna "tata" a cui mandare in S.o.S. può darci la ricetta per la soluzione dei nostri piccoli e grandi problemi con i nostri bambini. L'unica cosa che un genitore può fare è quella di leggere, leggere tanto, analizzare e confrontare il proprio comportamento ed apportare le eventuali modifiche creando un proprio stile educativo che non può essere replicato nè adattato ad altre realtà.
Siate cusiosi e critici, ma ricordate che gli sbagli non si possono evitare: siamo esseri umani!
L'importante è esserne consapevoli per non "perseverare" ...
Ecco dunque una bella lettura, divertente e utile perchè è scritto da una psicologa (Alba Marcoli) con anni di esperienza di lavoro con i genitori. Ha tradotto in favole tutte situazioni reali riguardanti vari aspetti della vita di bambini e genitori per far prendere coscienza ai lettori di alcuni atteggiamenti che sono retaggio del nostro passato.
Tra i diversi libri che ha scritto ecco "Il bambino perduto e ritrovato" che ho letto molto volentieri perchè usa uno stile semplice, senza termini tecnici o spiegazione scientifiche ed è adatto ad essere letto anche poco alla volta, anche quando si è stanchi...
L'autrice scrive sul perchè di questo libro: "C'è un bambino nascosto e spesso perduto in ognuno di noi adulti che può riattivarsi improvvisamente, senza che noi stessi ce ne rendiamo conto e condizionandoci inconsapevolmente nei comportamenti e nelle nostre relazioni affettive importanti, quella con i figli in modo particolare."
Dalle favole e dalle riflessioni della stessa autrice si possono capire molte delle motivazioni che ci spingono, come genitori, a comportarci in un dato modo o a vivere certe situazioni in un modo piuttosto che in un altro.
Alcuni argomenti trattati.... il bambino immaginario e quello reale, la fatica dei distacchi, gli inconsapevoli carichi sospesi, contenere l'ansia, ecc.
Insomma, leggetelo e poi fatemi sapere se vi è stato utile come credo.
Buona lettura!

giovedì 3 settembre 2009

Inno alla Vita (Madre Teresa di Calcutta)

La vita è bellezza, ammirala.
La vita è un’opportunità, coglila.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è una ricchezza, conservala.
La vita è amore, donala.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un’avventura, rischiala.
La vita è felicità, meritala.
La vita è la vita, difendila.

lunedì 24 agosto 2009

Settembre: tempo di inserimento al nido!

L'inserimento al nido... che ansia!
Quanto tempo ci vorrà? Come reagirà il mio bambino? Piangerà? Cosa farà quando uscirò dalla stanza?
Tutte domande legittime che ronzano nella testa delle neomamme alle prese con l'inserimento al nido del proprio/a bimbo/a.
Le educatrici ce la mettono tutta per tranquillizzarle, ma non sempre hanno successo.
Tutto dipende dall'ansia della mamma. Non sembra, ma vi assicuro che tutte le nostre ansie, preoccupazioni, stati d'animo, vengono assorbiti dai nostri piccoli che poi le esprimono con un pianto inconsolabile che fa, a sua volta, aumentare la nostra ansia, preoccupazione...
Insomma è un circolo vizioso !
Allora bisogna fare un passo indietro e cercare di capire se la nostra scelta è quella giusta.
Sicuramente prima di cominciare a cercare un asilo nido abbiamo vagliato tutte le possibili alternative e valutato tutti i pro e i contro della frequenza al nido.
Successivamente abbiamo visitato tutte le strutture a noi più comode e valutato tutti gli elementi che ci hanno poi portato alla scelta (ambiente, personale, pulizia, costi, ecc.).
Infine abbiamo fatto la scelta. Ma quando arriva il momento c'è qualcosa che ci stringe il cuore, ci agguanta la bocca dello stomaco e ci fa sentire come una madre "snaturata".
Tutto normale fin qua. Ma il nostro piccolo ha captato il nostro umore e non si stacca dal nostro collo, non esplora l'ambiente e non si relaziona nè con l'educatrice nè con gli altri bambini.
Ecco cosa può fare la nostra ansia, rendere più difficoltoso l'ambientamento al nido del nostro piccolo.
Ecco, quindi, un consiglio per tutte le mamme: entrate al nido con il vostro bambino per mano con la consapevolezza che lì lui (o lei) passerà il tempo ad esplorare, socializzare, sperimentare, manipolare, cantare, correre, saltare ... seguito da persone esperte ed attente alle sue esigenze e, soprattutto, "dedicate" a loro.
Siate fiduciose e consapevoli che i momenti di "crisi" ci saranno, ma saprete affrontarli serenamente con il sostegno delle educatrici.
Buon inserimento a tutti!