sabato 19 settembre 2009

Essere educatrici al nido

Leggendo una rivista rivolta ad educatrici/ori di nido, ho trovato un articolo molto interessante che metteva in evidenza quanto il nostro ruolo all'interno del nido vada ben oltre l'accudimento e la cura dei bambini che ci vengono affidati dai genitori.

Infatti bisogna fermarsi a riflettere sul nostro rapporto con i genitori per i quali, spesso, siamo un punto di riferimento per esternare, più o meno apertamente, i loro disagi o le loro preoccupazioni.
Prevalentemente ci chiedono consiglio su come farli addormentare o mangiare, su come abituarli all'autonomia, ecc.
Il nido diventa sempre più simile ad un "centro per la famiglia" e dovrebbe esserlo di più. Secondo me, infatti, le competenze dell'educatore al nido non dovrebbero fermarsi alla vita al nido, ma estendersi a tutte le problematiche della genitorialità.
Sempre più spesso noto che i genitori, e non solo quelli che sono al primo figlio, ma anche chi ne ha più di uno, tendono ad avere un comportamento ambivalente.
Da un lato spingono, a volte eccessivamente, il loro bambino all'autonomia (tolgono il pannolino troppo presto, vorrebbero sentirli parlare subito e bene...) e dall'altro agiscono esattamente al contrario cercando di proteggerli dall'esterno (i bambini al primo cambio di temperatura sono vestivi eccessivamente, li tengono a lungo dentro il box per evitare che sbattano quà e là mentre esplorano l'ambiente in cui vivono...). A poco servono gli incontri periodici con la psicologa dell'età evolutiva che informa i genitori sulle tappe dello sviluppo del bambino.
In effetti 3 o 4 incontri all'anno probabilmente sono pochi per far "interiorizzare" (usando un termine tecnico) ai genitori tutte le tappe dello sviluppo del bambino in modo da razionalizzare i loro comportamenti istintivi in base alle necessità del bambino.
Ecco che, il ruolo dell'educatrice, è fondamentale!
Nello scambio di informazioni quotidiano con i genitori si possono dare utilissime informazioni "ad hoc" e soprattutto dargli i "tasselli" mancanti di questo complicatissimo puzzle che è il loro figlio.
Ma non dimentichiamoci dei genitori... l'educatrice deve essere in grado, inoltre, di cogliere i messaggi subliminari che arrivano da genitori messi a dura prova dalla quotidianità (soprattutto le mamme) che tra lavoro, casa, figlio (o figli) non hanno più il tempo di fermarsi per ascoltarsi e capire cosa gli sta succedendo.

1 commento:

alix ha detto...

esattamente noi dobbiamo essere in grado non solo di lavorare con i bambini ma anche con gli adulti, perchè quando ci occuppiamo di un bambino ci occuppiamo anche dei suoi genitori